La cantina, luogo di emozioni e professionalità

Perché un enoturista sceglie di visitare una cantina? Che cosa cerca l’enoturista?
Due semplici domande che portano ad un riflessione profonda: l’enoturista cerca emozioni.

Per cui la domanda è: come emozionare l’enoturista?

Il tempo a disposizione per far sì che si instauri un legame duraturo e che il cliente si faccia Brand Ambassador è limitato per cui durante la visita e la degustazione è necessario far leva su alcune variabili fondamentali:

  1. La cantina come storia di un territorio nelle sue diverse sfaccettature: impatto ambientale, le tipologie di vitigni autoctoni e internazionali coltivate, le tradizioni locali e quanto l’azienda stessa ha impattato nella struttura sociale della zona. Spesso questo approfondimento è legato alla visita nei vigneti.
  2. La cantina come esperienza reale dei processi produttivi: visita della cantina dalle vasche in acciaio alle botti in legno.

Durante questi percorsi, tra la guida e il turista generalmente si crea un legame, è quindi fondamentale adeguare il proprio linguaggio e l’utilizzo di tecnicismi in funzione di chi si ha di fronte. Lo stesso comportamento deve essere tenuto al banco d’assaggio, l’ultima fase prima dell’acquisto ma in assoluto la più delicata, dove generalmente il cliente pone il maggior numero di domande tendenzialmente volte a ricollegare l’excursus in cantina alla degustazione. In questo passaggio è fondamentale essere precisi e attenti alle esigenze del cliente.
Per l’enoturista, nel momento in cui decide di visitare una cantina, non vi è una differenza sostanziale tra le cantine storiche o quelle familiari, se non che le cantine piccole hanno il vantaggio di permettere al turista di incontrare il produttore e di degustare il vino con lui costruendo, grazie alla sua passione, un’esperienza ad personam capace di fidelizzare l’enoturista-cliente. Spesso si degustano insieme vecchie annate o le novità in anteprima. Nelle grandi cantine invece generalmente vengono scelti sommelier che parlino l’inglese e che si facciano portavoce della filosofia e dei valori aziendali e talvolta la visita è accompagnata da musiche o da video proiettati.

Come intercettare l’enoturista?
La maggior parte degli enoturisti si costruisce il viaggio da solo utilizzando il web per raccogliere le informazioni, per cui è fondamentale non solo monitorarlo con una particolare attenzione ma essere presenti sui social media e sui portali di recensioni come Trip Advisor.

Perché aprire le nostre cantine agli enoturisti?
Vi rispondo con la frase di un celebre langarolo, Cesare Pavese: “Finché si avranno passioni non si cesserà di scoprire il mondo.”

 

Alcune delle riflessioni presenti in questo post sono nate in seguito alla lettura del libro “Il marketing delle cantine aperte” Di Donatella Cinelli Colombini.